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mercoledì 5 maggio 2010

Studi di settore: la rettifica del reddito non è necessaria in caso di scostamento minimo

Con sentenza n. 71 del 7/04/2010 la Commissione Tributaria provinciale BARI ha sostenuto che non può essere giustificata la rettifica del reddito di un contribuente attraverso uno scostamento minimo tra ricavi dichiarati e quelli desumibili dagli studi di settore.
Secondo la Commissione Tributaria di Bari, infatti, il ricorso del contribuente è fondato e va accolto in quanto egli ha evidenziato che non può ritenersi grave l’incongruenza riscontrata dalle Entrate fra i ricavi dichiarati, pari ad euro 91.168,00, e quelli accertati mediante l’applicazione dei parametri dello studio di settore, di euro 96.613,00, con una percentuale di scostamento molto bassa, pari a circa il 5,7%, seppur non compresa nell’intervallo di confidenza. Inoltre il contribuente ha evidenziato che parte dei ricavi dichiarati (pari ad euro 56.576,00) erano stati effettuati con vendite in saldo per metà dell’anno e che nell’accertamento era stato indicato un errato valore dei beni strumentali .
Per la Commissione l’avviso di accertamento emesso successivamente al rilevato scostamento è illegittimo in quanto ricalcolando lo studio con i ricavi dichiarati dal contribuente e tenuto conto di quanto affermato dallo stesso e non contestato dall’Agenzia delle Entrate nelle controdeduzioni, si ha uno scostamento minimo rilevato tra i ricavi dichiarati e quelli desumibili dallo studio di settore che non rappresentano una incongruenza così grave da legittimare, così come previsto dal contenuto dell’articolo 62-sexies del D.L. 331/1993, la rettifica del reddito dichiarato.
Con riferimento all’antiecoeconomicità dell’attività svolta dal contribuente ricorrente, ed eccepita dall’agente accertatore, essa appare secondo i giudici di merito un argomento metagiuridico che non considera altri fattori (anche di carattere psicologico) che possano giustificare l’esercizio di attività professionali non particolarmente remunerative e non può costituire il fondamento dell’attività accertativa dell’Agenzia delle Entrate, imperniata sugli studi di settore.

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