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martedì 25 maggio 2010

La ristrutturazione blocca gli studi di settore

Con sentenza del 17/05/2010, n. 203, la Commissione tributaria provinciale Milano, ha respinto la contestazione di gestione diseconomica (differenza tra dichiarato e risultanze da studi di settore) e ha accolto il ricorso di un contribuente che aveva dichiarato un reddito nettamente inferiore rispetto a quello presuntivo ottenibile con gli studi di settore, motivando tale decisione con l’osservazione che I lavori di ristrutturazione dei locali in cui si svolge l’attività commerciale impediscono la normale gestione dell’azienda e costituiscono una circostanza di cui non si può non tenere conto nel valutare se è motivato o meno lo scostamento tra i risultati dichiarati dal contribuente e le risultanze dello studio di settore.
Lo scostamento delle risultanze dello studio di settore risulta essere stato, a giudizio del Collegio, più che motivato, non integrando così lo stesso l'ipotesi di gestione diseconomica (fondamento dell'accertamento con il metodo dello studio di settore).
Principio sotteso a tale conclusione era già stato fissato dalla Cassazione più volte in passato, la quale ha sostenuto che il fisco deve innanzitutto verificare se la condotta del contribuente sia effettivamente irrazionale.
Nell’ipotesi in esame non si può parlare di risultati abnormi o contrari al senso comune: il contribuente, infatti, ha tenuto un comportamento più che razionale, credibile e non producente risultati contrari al senso comune, in quanto affrontare un periodo di minor ricavi per migliorare, ristrutturare e adeguare i locali della propria azienda non dovrebbe potersi ritenere irrazionale, soprattutto quando porti ad un incremento di ricavi successivi.

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